kailash

ci sono montagne che sono soltanto montagne e ci sono montagne che hanno personalità
(lama anagarika govinda - la via delle nuvole bianche 1966)

girare intorno alla montagna porgendole il fianco destro le riconosce il valore di asse di rotazione: si fa parte della ruota, del vorticare del mondo; la montagna è origine del mondo così come è sorgente dei fiumi. buddismo o no, mi piaceva che qualcuno la pensasse in quel modo
(paolo cognetti - senza mai arrivare in cima - 2018)


il kailash (gioiello delle nevi in tibetano) è la montagna sacra per eccellenza, lo è per le quattro maggiori religioni del continente indiano: buddismo, induismo, bon e jainismo.
è il centro fisico e metafisico dell'universo (monte meru o sumeru per la tradizione sanscrita), da esso si diramano quattro grandi fiumi, il bramaputra, l'indo, il sutlej ed i karnali che sgorgano dalla bocca rispettivamente del cavallo, del leone, dell'elefante e del pavone, come parti di un mandala del quale il kailash è il centro.
la montagna (6714 m) è inviolata, i pochi ad avere avuto il permesso di scalarne la vetta, tra cui Messner, hanno poi rinunciato in segno di rispetto per la venerazione di cui è oggetto
da sempre è meta di pellegrinaggi da tutto il continente; la kora o circumambulazione, da effettuarsi rigorosamente in senso orario (solo i bon la effettuano al contrario) dura tre giorni, ma i pellegrini più devoti procedono lungo tutto il percorso con le prostrazioni ed impiegano circa 18 giorni